lunedì 12 ottobre 2020

Estratto da "Il conte di ghiaccio"



≪So che la nostra amicizia per te non è importante, so... ≫.
≪No, Lene ≫ la interruppe nuovamente, ≪tu non sai niente≫ sussurrò, interrompendo ogni altra inutile spiegazione, mentre si appoggiava nuovamente all'albero, cercando di mettere distanza fra loro ≪Non sai proprio niente≫ ripeté sillabando ogni parola, ≪fidati! Per me la nostra amicizia non è importante perché tra noi non esiste amicizia. Io non ti sono amico≫ le spiegò e le sue parole vibrarono come la corda di un arco che scocca una freccia. La fissava come se non la vedesse, per impedirle di scorgere il tumulto di sentimenti che lo scuoteva, e di cui ancora non ne conosceva l'entità, vista la confusione che albergava nella sua mente.[...] 


La fissò, come se non sapesse continuare il discorso. Sospirò e si decise a parlare ≪Io non posso esserti amico, Lene ≫ le confessò avvicinandosi con un accenno di sorriso, mentre le guardava le labbra voluttuose ≪Io non posso esserti amico perché non faccio altro che desiderarti. Io ti voglio, Lene. Anche se non ti posso avere, io ti desidero. Sono stato uno stupido a pensare che avrei potuto tenere a bada i miei istinti, le mie emozioni. Niente coinvolgimento emotivo, avevo detto. Sono stato un pazzo a crederlo possibile≫ ammise.
Il mio prestavolto, dodici anni fa, fu #GiulioBerruti che calzava a pennello nella visione che io avevo del conte Alexander.

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