Un piccolo estratto da "Tu, la mia Itaca" presto in uscita.
Fatti alcuni passi sotto quella galleria colonnata, mi accorsi a un tratto che la recinzione di metallo s’interrompeva e degli scalini permettevano l’accesso a una specie di passerella posta fra gli scogli. Scesi e mi sedetti sull’ultimo.
Era un angolo di paradiso. Mare e cielo si
confondevano in un orizzonte plumbeo, mentre le onde scaricavano la loro forza
su quella lingua di cemento creata ad arte per godere di quel paradiso. Non soddisfatta, la
percorsi e mi voltai verso le montagne verdissime che, come dita, s’innalzavano
alte e maestose verso il cielo afferrando le nuvole e trattenendole come fossero
fatte d’impalpabile organza.