domenica 28 giugno 2020

"Le sue dita scivolarono con più forza sui tasti e la sua concentrazione sembrò tutta per la musica che scemò fino a terminare. Restammo a fissarci per non so quanto tempo, quando l’unica cosa sensata sarebbe stata perdersi l’una nelle braccia dell’altro. Sentivo il cuore battere nelle orecchie tanto pulsava forte.
Posai il cellulare sul piano e gli strinsi le mani perché più di quello non potevo permettermi. Marcus mi guardò un po’ crucciato e fissò le nostre dita intrecciate.
«Sai perché le emozioni non si possono stringere tra le mani, Mi-caela? Perché per quelle vere, per quelle forti, servono gli abbracci e i baci e le carezze. Fra le mani sfuggono come sabbia» il suo tono era dolcissimo e il suo sguardo forse anche di più. Sarebbe bastato un soffio per baciarlo.
«Ci sono persone a cui la gioia di un abbraccio o di un’emozione da condividere non è mai stata concessa. Forse non sanno nemmeno cosa significhi. Forse hanno paura che poi potrebbero non riuscire più a farne a meno» diedi voce alle mie paure come se non mi appartenessero.
«E chi dice che debbano farne a meno?» controbatté.
«La vita non fa di questi regali Marcus. Non a me, per lo meno».
«Se la vita non ci regala ciò che vogliamo, dovremmo avere il co-raggio di andare a prenderlo».
I suoi occhi sembravano il paradiso in confronto all’inferno che avevo dentro, ma io non riuscivo proprio a concedermi quella paren-tesi di estasi e poi far finta che tutto fosse come prima. Sapevo che se mi fossi abbandonata a lui non avrei avuto la forza di tornare a casa. Avevo fatto una promessa alle mie figlie e l’avrei mantenuta, come lui aveva l’aveva fatta a me e vi stava adempiendo.
In quel momento avrei preferito non fosse così corretto e mi stritolasse fino a farmi esalare l’ultimo respiro. Sarei morta felice.
Si alzò, aiutando anche me; i muscoli sulla sua mascella si contrassero, tesi.
«Maledico il giorno in cui ti ho fatto quella promessa, Micaela. Maledico la mia stupidità. Maledico l’insensatezza di tutto ciò che ti ho detto perché se non l’avessi fatto ora io…» in quel momento suonarono al citofono e Marcus s’interruppe.
Maledetto citofono!, pensai, Lui cosa? Se non avesse promesso… cosa avrebbe fatto?, mi domandai, ma sarei rimasta con quel dubbio tutta la vita e forse era meglio così."
- Katja Piscionieri, tratto da "Un abbraccio lungo tutta la vita"
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