Breve estratto di "Tu, la mia Itaca".
Si mise al timone e accese il motore mentre ammiravo la sicurezza con cui manovrava la barca. Mi sedetti accanto a lui su quella che ribattezzai “panchina” e mi concessi un po’ di relax.
«Andremo a Stromboli, poi verso Tropea e
torneremo indietro. Che te ne pare?» mi domandò con gli occhi puntati sul mare.
Annuii distrattamente, non mi interessava un
accidente della destinazione, avremmo anche potuto girare in tondo per quanto
mi riguardava: il panorama lo avevo davanti agli occhi, in piedi, alto, fiero,
i capelli mossi dal vento, bello da togliere il fiato. Avevo perso la battaglia
con me stessa, desideravo Nico più di qualsiasi altra cosa.
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